Poetica

Mazzocca&Pony parte dall’abito, indumento fisico del vissuto, per voler descrivere tutto quel universo senza materia al quale sente di appartenere. Da questo pensiero deriva lo pseudonimo Mazzocca&Pony: Mazzocca è il cognome e il suo retaggio, il contatto reale e fisico con il mondo, Pony è il nome fantastico della sua vita sospesa, invisibile e immortale.

I tessuti, doverosamente usati e pregni del vissuto, vengono compattati con filo di ferro zincato, poi immersi in resina per una conservazione inalterata nel tempo. Il “mondino” risultante è come cellula o molecola da cui tutto è scaturito e conserva in sé la memoria del passato e diventa mattone vivo da cui ripartire.

I mondini vengono poi applicati su una scheletratura modellata con un unico filo di ferro zincato a figurare Alberi di differenti forme e misure.

Ogni albero è e farà, parte di un unico Giardino dell’Eden dal quale attingere un momento sereno.

 

 

 

 

 

Mazzocca & Pony creates her art with her old clothes, which came from a desire to describe the whole universe without material things. From this thought comes the pseudonym Mazzocca & Pony: Mazzocca is her last name and her legacy, the contact with the real, physical world, Pony is the name of her great life suspended, invisible and immortal.

The fabrics, dutifully used and redolent of experience, are compacted with galvanized iron wire, then dipped in resin for preservation unchanged over time.

The “mondino” is like a cell or molecule from which everything came and keeps itsef in the memory of the past alive and becomes like a brick from which to restart.

The mondini are then applied to a skeleton formed with a single strand of galvanized wire to form trees of different shapes and sizes.

Each tree is, and will be, part of a unique Garden of Eden from which to draw a serene moment.

 

 

 

LA SUA LUNGA RICERCA ARTISTICA

La sua è una ricerca continua di esternazione del proprio essere attraverso i suoi numerosi periodi: Arte sacra, Fiori, Nudo, Periodo Blu, Trompe l’oeil, Ceramiche, Pompei, Contestazione, Librinti, Copie d’autore, Encausto, Rinascita, Voce della passione, Colori della coscienza, Contaminazioni, Brandelli, Interazione, Tuttomenochenero, Fotoartmusic e, infine, si specializza nel ritratto. Esegue ritratti con la tecnica ad affresco, iper realistici e spietati nell’introspezione dell’umanità del soggetto, persona comune o celebrità che sia.

 Dal 2007 rincorre parallelamente un’altra poetica che parte dall’abito, indumento fisico del vissuto, per voler descrivere tutto quell’universo senza materia al quale sente di appartenere.

 È quasi un pensiero ossessivo, tanto da mutare il nome in Mazzocca&Pony: Mazzocca è il suo cognome e il suo retaggio, il contatto reale, fisico con il mondo; Pony è il nome fantastico della sua vita “sospesa”, invisibile e immortale.

È questo il contenuto generatore delle sue “forme”. Svariate sono le tecniche o i mezzi per giungere al suo fine, dal disegno alla pittura tradizionale, dall’uso del computer e della fotografia all’incisione su plexiglass, alla scultura in ferro, dalla manipolazione di materiali vari, plastici e naturali, alle luci a led.

È affascinata da Gino De Dominicis, si sente in simbiosi con parte della sua ricerca, quella sul significato della materia e sull’invisibilità. Lei, però, mira maggiormente al cuore, alla bellezza interiore capace di andare perfino oltre i principi umani di dignità, uguaglianza, politica o religione, molto cari al suo essere. Se si entra in una sfera superiore di bellezza ed equilibrio è scontata la parità e la singolarità di ogni singola appartenenza. Spesso si confonde questo tema con la morte, quale unica livella umana e unica possibilità d’assenza di fisico, invece no, per lei è uno stile di vita, una religiosa e disciplinata ricerca della verità e della libertà interiore.

Nascono quindi le opere dei cicli “Cenerentola”,“Abito mentale”, “Dualità”, “La via dei ricordi”, “Le armate”, “Daimon”, “Eden”, “Metamateria” e infine “Ipazie”. Si denota un percorso costante fondato sulla precisione ed eleganza estetica in cui la forza d’animo è l’energia che crea e ricrea sempre e ancora.

 

Le “Ipazie” sono opere del 2011-2012. Il nome delle opere richiama chiaramente Hypatia di Alessandria D’Egitto, vissuta alla fine del 300. Matematica, astronoma e filosofa, rappresentante della filosofia neo-platonica pagana, fu uccisa da una folla di cristiani in tumulto, accusata di stregoneria. Questo la rese una martire del paganesimo e soprattutto della libertà di pensiero. Dedicò la sua vita all’osservazione e all’insegnamento degli eventi celesti e del movimento della terra attorno al suo asse e al sole. Ebbe l’intuizione del movimento ellittico delle orbite celesti. Mazzocca&Pony sublima queste ellissi celesti in un nuovo corpo, o meglio, in uno scheletro di luce per far rivivere l’Ipazia che vive in ogni donna ed anche in ogni uomo dal libero pensiero.

Sono 9 le bianche figure-sculture, ognuna riempita di 126-130 sfere di plastica trasparente, contenenti vari messaggi: la prima, l’Ipazia del viaggio interiore: contiene la riproduzione fotografica dell’opera che ha segnato la svolta interiore dell’artista. Immagine è ripetuta ossessivamene.

La seconda è l’Ipazia dei colori dello spirito: tutte le sfere contengono pigmenti colorati che si elettrizzano a contatto con la plastica, tanto da sembrare bolle di sapone.

La terza è l’Ipazia della purezza del cuore: le sfere sono riempite di piume bianche, simbolo di purezza e leggerezza.

La quarta è l’Ipazia dei quattro elementi: terra, fuoco, acqua, aria,

La quinta è l’Ipazia dell’arte: ogni sfera contiene un richiamo alle arti presenti attualmente: pittura, scultura, fotografia, cinematografia, teatro, musica, scrittura e poesia.

La sesta è l’Ipazia del gioco e pace: ognuna delle 130 sfere contiene 160 (ca) carrarmatini di sei colori che si usano per il gioco del Risiko in cui vince chi arriva più vicino a un obiettivo prestabilito. Da un gioco di “testa” e di fortuna, chiara metafora della vita, un limpido messaggio di pace: giochiamoci, divertiamoci, ma non facciamoci mai seriamente la guerra.

La settima è l’Ipazia dei Mondi, la più complessa perché riassume l’essenza del vissuto dell’artista: sono vestiti usati, appallottolati molto stretti con filo di ferro e infine resinati per una conservazione nel tempo. Sono pezzetti di vita che, uniti assieme dentro un unico scheletro, creano la massa “muscolare” dell’Ipazia.

Ogni Mondo è un abbraccio a tutta l’umanità perché è l’essenza non solo della persona che l’ha indossato ma simbolicamente dell’universo intero e speranza in un mondo migliore (M&P)

I Mondi di Ipazia sono contenuti anche in borsette: sono sempre scheletri in ferro, ironici, allegorici e misteriosi.

Gli artisti Christo e Jeanne-Claude impacchettano i monumenti e porzioni di paesaggi per dare l’idea del mistero racchiuso sotto, Mazzocca&Pony impacchetta i vestiti per dare l’idea del mistero racchiuso dentro. In entrambi i casi  la sensazione è intrigante.

L’ottava è  l’Ipazia del Tempo del sole. Ha uno “scheletro base” simile alle sorelle, solo più robusto per sostenere la precisissima “sfera Armillare”: il modello della sfera celeste. I vari anelli rappresentano la proiezione dell’equatore, dei meridiani, dei paralleli. Una scultura studiata per essere tenuta all’aperto, perché, grazie all’ombra del sole proiettata dalla sfera-terra, si può vedere l’ora corrente.  Questa scultura non è solo un omaggio a Ipazia di Alessandria D’Egitto, ma a tutti coloro che si misurano con il desiderio di conoscenza e di appartenenza a questo mondo.

La nona e ultima è l’Ipazia della storia che si ripete.La donna vera morì bruciata e …sorte volle che parte dello studio dell’artista andasse a fuoco incidentalmente e… L’Ipazia con la sua morte rivive ancora!

ESSERE E’ è il nome dell’ultimissima ricerca. I “mondi”si sono rimpiccioliti. Ora sono  calzini. Soprattutto calzini di bambini perché solo dall’innocenza può ricominciare l’innocenza libera dell’Essere. Vengono compattati dall’artista con una scheletratura metallica rigida e immersi in resina. Diventano “mattoni” vivi da cui ripartire, rendere visibile la nostra verità e trasferirla nell’universo ideale, in cui possa finalmente liberarsi e risolversi. Calzini come cellule e molecole, “mattoni” del divenire nuovo applicati su tavole dai sfondi luminosi o su tavole colorate e lavorate precedentemente ad encausto (V. caracuta). Questa continua ricerca di se stessa vuole essere non solo specchio della crisi di identità dei nostri tempi, ma un tracciato di nuove vie.

IL RISVEGLIO DELLA RAGIONE GENERA BELLEZZA. Un unico filo di ferro zincato modellato, viene usato come  un bimbo che con un unico segno a matita  comunica la sua realtà circostante, pura e semplice: sono profili di casette, alberi o persone abitate dai “mondini”. Da qui l’installazione Il riposo dei migratori e Il Giardino dell’Eden.

Nel GIARDINO DELL’EDEN (2014-2015) i “mondi”si sono rimpiccioliti. Da prima calzini, soprattutto calzini di bambini perché solo dall’innocenza può ricominciare l’innocenza libera dell’Essere, poi vestiti usati. Vengono spezzettati e compattati dall’artista con una scheletratura metallica rigida e immersi in resina. Diventano “mattoni” vivi da cui ripartire, rendere visibile la nostra verità e trasferirla nell’universo ideale, in cui possa finalmente liberarsi e risolversi. Calzini come cellule e molecole, “mattoni” del divenire nuovo applicati in principio su tavole e poi su scheletrature di ferro zincato modellato a forma di alberi di varie misure. Ogni albero è e sarà nel futuro, parte di un unico Giardino dell’Eden dal quale attingere un momento di felicità.

 

 

POETICS, as described by the artist

Her quest is an ongoing search for the expression of her restless being through its many periods: Sacred Art, Flowers, Nude, Blue Period, Trompe d’oeil, Ceramics, Pompeii, Contestation, Librinti,

Author’s Copies, Encaustic, Renaissance, Voice of passion, Colours of the consciousness, Contaminations, Shreds, Interaction, Tuttomenochenero [All-except-black], Fotoartmusic [Photo-arts-music.] Finally, she specialises in portraits: utilising the fresco technique, she paints hyper-realistic portraits, which mercilessly penetrate the humanity of the subject, whether ordinary person or celebrity.

Starting in 2007, striving to describe that entire intangible universe which she feels she inhabits, she engaged in a parallel quest for an alternate poetics; this starts from clothes, the physical cover of a lived life.

This almost obsessive thought led her to assume the nom d’art Mazzocca&Pony: Mazzocca is her surname and her heritage, the concrete, physical link to the world; Pony is the whimsical name of her “suspended,” invisible, and immortal life.

This is the content from which her “forms” arise. She uses various techniques and media to achieve her goal, from drawing to traditional painting, from the use of the computer and photography to Plexiglas engraving, to sculpture on steel, from the manipulation of diverse, synthetic and natural materials to LED lights.

She is fascinated by Gino De Dominicis, feeling a symbiotic relationship with part of his research centred on the meaning of matter and invisibility. However, she focuses more on the heart, the inner beauty capable even of transcending the principles of human dignity, equality, politics, or religion, very dear to her being. Entering a higher sphere of beauty and balance, the equality and singularity of each identity are taken for granted. This theme is often confused with death, as sole human leveller and only means to achieve physical void; but, on the contrary, for her, it is a lifestyle, a religious and disciplined search for truth and inner freedom.

Hence the birth of the works from the cycles “Cenerentola” [“Cinderella”], “Abito mentale” [“Mental habit”], “Dualità” [“Duality”], “La via dei ricordi” [“Memory lane”], “Le armate” [“The armies”], “Daimon”, “Eden”, “Metamateria” [“Meta-matter”], and finally “Ipazie” [“Hypatias.”] A steady path based on aesthetic precision and elegance reveals itself, in which inner courage is the energy that creates and re-creates, again and again.

The “hypatias” are works of 2010-2013. They are a tribute to Hypatia of Alexandria of Egypt, who lived at the end of 300. Mathematician, astronomer, and philosopher, representative of pagan neo-platonic philosophy, she was accused of witchcraft and killed by a mob of rioting Christians. This made her a martyr of paganism and, especially, of free thought. She devoted her life to observing and teaching the events in the heavens and the movement of the earth around its axis and the sun. She foreshadowed the elliptical shape of heavenly orbits.

Mazzocca&Pony sublimates these ellipses into a new body, or better, into a skeleton of light to bring back to life the Hypatia who lives in all free-thinking women and also men.

There are nine white figures-sculptures, each of them filled with 126-130 transparent plastic spheres, containing various messages:

The first the inner journey of Hypatia:contains the photographic reproduction of the work that marked the artist’s inner shift. An obsessively repeated image.

The second is the Hypatia of the colours of the spirit: all the spheres contain soil (utilised in her earlier frescoes) in various colours.

The third is the Hypatia purity of heart: the spheres are filled with white feathers, a symbol transmitted by the ancient Egyptians and representing purity and lightness rising above human misery.

The fourth of the four elements is the Hypatia: earth, fire, water, and air.

The fifth is the Hypatia of the arts: each of the 126 spheres contains a reference to the arts of our days: painting, sculpture, photography, cinema, theatre, music, literature, poetry, etc.

The sixth is devoted to play and peace: each of the 130 spheres contains about 160 toy tanks in six different colours; they are utilised for the game of Risiko in which the winner is the tank that gets closest to a pre-set target. A skill-and-chance game and a patent metaphor of life; a clear message of peace: let us play, let us have fun, but let us never wage real war.

The seventh is the Hypatia of the worlds, many “worlds” created by second-hand clothes, compacted very tightly with wire, and then a resin to preserve them over time.

The eighth, Hypatia in the time of the sun, was also created at the same time as the others. It has a “base skeleton” similar to that of its sisters, only stronger, to support the “Armillary sphere”: the model of the heavenly sphere. The various rings are the projections of the equator, meridians, and parallels. It is a sculpture conceived to be kept outdoors because the current time can be read thanks to the shadow cast by the earth-sphere.

This sculpture is a tribute paid not only to Hypatia of Alexandria of Egypt; it is also paid to all those who contend with the thirst to know this world and to belong to it.

The ninth and last is the Hypatia of history repeating itself. The real woman died and burned … fate would have it, the part of the artist’s studio was on fire accidentally and … The Hypatia with his death still lives on!